800 bambine intossicate a scuola, una di loro è morta: in Iran è allarme per i continui episodi e molti accusano il regime.
Tremendo quanto avvenuto nelle scorse ore in Iran, dove almeno 26 scuole femminili sono state attaccate con del gas in circostanze che restano tutte da chiarire e lasciano molti dubbi sui mandanti. Sono 800 gli avvelenamenti di ragazze nelle loro scuole negli ultimi tre mesi in tutto il paese. Tra le città dove ci sono stati più avvelenamenti c’è Teheran, ma ci sono anche centri minori.
Tutte le ragazzine colpite dall’attacco con gas i sintomi sono simili: mal di testa, vertigini, nausea, svenimento e persino perdita di controllo. Non è chiaro chi ci sia dietro gli attacchi: da un lato, le autorità iraniane hanno dichiarato che stanno indagando sui misteriosi avvelenamenti di studentesse in tutto il paese. Dall’altro però in molti dissidenti pensano a una responsabilità diretta del regime.
Del resto, questi attacchi con gas si aggiungono alle recenti esecuzioni contro i manifestanti che volevano scendere nelle strade del Paese per sostenere le donne nella loro lotta per i loro diritti e l’uguaglianza. I primi avvelenamenti sono avvenuti a Qom, città santa dell’Islam sciita, il 30 novembre 2022. Diciotto le studentesse finite ricoverate, ma nel tempo gli attacchi si sono moltiplicati.
Incidenti simili sono stati segnalati a Pardis e Borujerd alla fine di febbraio: nella seconda città, in particolare, quasi 200 ragazze sono state avvelenate in meno di sette giorni. La scuola è stata chiusa e successivamente riaperta e a quel punto si sono registrati altri 44 casi di avvelenamento. Qualche giorno dopo, 35 studentesse della Khayyam Girls’ School di Pardis sono state ricoverate in ospedale.
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Il fatto che possa esserci una sola mano dietro tutto questo lo fanno pensare proprio le testimonianze delle ragazzine coinvolte in questi incidenti ripetuti: tutte infatti hanno sentito odore di frutta marcia, menta o uova marce prima che comparissero i sintomi. Alcune delle ragazze coinvolte sono state anche ricoverate per diversi giorni e purtroppo si registra una vittima.
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Infatti, Fatemeh Rezaei, una bambina di 11 anni, ha perso la vita a Qom il 26 febbraio: sarebbe morta dopo essere stata avvelenata a scuola. Anche in questo caso, ci sono pareri discordi: secondo gli attivisti iraniani, è morta per avvelenamento a scuola, ma le autorità smentiscono le notizie riguardanti questi attacchi. Tanti genitori, intanto, hanno vietato ai propri figli di andare a scuola.