Overshoot Day: una definizione di questa locuzione. Cosa significa per il nostro pianeta? I dettagli da non trascurare.
Con Overshoot day si intende il giorno che sancisce l’esaurimento di tutte le risorse rinnovabili che ha a disposizione il nostro pianeta e che è in grado di rigenerare nell’arco temporale di un anno. La data cambia per l’appunto di anno in anno e per il 2022 era arrivata il 28 luglio. Davvero molto presto.
Purtroppo per il 2023 c’è stato davvero un netto anticipo, tanto è vero che al 15 maggio già tutte le energie si sono esaurite. Che cosa significa? A che cosa andremo incontro? Qual è la situazione per i singoli paesi del mondo? Proviamo a rispondere a tutte queste domande e a cercare di fare chiarezza una volta per tutte.
Come si accennava in precedenza, con il termine Overshoot day vogliamo intendere il giorno dell’anno in cui il pianeta terra ha definitivamente terminato tutte le risorse rinnovabili. Quest’anno è venuto molto in anticipo, ossia il 15 maggio. Come si è arrivati a calcolare questa data? Tenendo presente il rapporto tra la domanda dei cittadini e i beni di ogni Stato.
Stessa sorte anche per il 2022 che aveva visto lo scadere della data molto prima rispetto alla fine dell’anno: significa che per quanto la situazione sia stabile, non è sufficientemente necessaria per andare avanti. Questo vuol dire che ancora una volta sia un forte debito ecologico con il nostro pianeta.
Inoltre bisogna tener presente un altro aspetto molto importante: questo equilibrio decisamente precario viene tenuto in piedi solo perché molti paesi non sfruttano tutte le loro risorse annuali. Dunque questo consente agli altri di poterne beneficiare. Secondo i dati è stato il Qatar il primo paese ad avere consumato tutte le energie già il 10 febbraio.
Seguono a ruota gli Stati Uniti, l’Australia, la Danimarca e il Canada che hanno terminato durante il mese di marzo. Allo stesso modo occorre fare un applauso ai paesi che ad oggi sono ancora in grado di contare sulle proprie risorse e tra questi abbiamo Cuba, l’Ecuador e la Giamaica.