Pasta in diminuzione del prezzo: i produttori tagliano i costi di produzione ma c’è uno sciopero in vista se ciò non accadrà al più presto. I consumatori agguerriti contro il Governo.
La pasta! Che gioia sulle tavole italiane, è lei la regina indiscussa della dieta mediterranea famosa in tutto il mondo. E’ stata presa in giro, rivoltata, messa alla gogna per gli aumenti e ora sembra ci sia un po’ di respiro sul prossimo prezzo che verrà stabilito. Negli ultimi tempi il prezzo è aumentato in molti paesi a causa di diversi fattori.
In primis la pandemia che ha chiuso le frontiere e quindi ridotto le attività commerciali e gli aumenti dei prezzi dei prodotti energetici, come il gas e l’energia elettrica, hanno influenzato il costo poiché questi sono necessari per la produzione e la lavorazione della pasta stessa. I prezzi sono influenzati anche dalla domanda del mercato e dalla concorrenza tra i produttori.
Pasta in “saldo”: la grande distribuzione punta sui prezzi bassi per aumentare le vendite e calmare i consumatori
La pasta da tavola è un tipo di pasta secca che viene generalmente consumata come piatto principale in molti paesi del mondo, soprattutto in Italia E’ fatta con semola di grano duro e acqua, ed è disponibile in una vasta gamma di forme, come spaghetti, penne, fusilli, farfalle. Un alimento versatile preparata in molte maniere diverse servita con una varietà di salse.
E’ un alimento nutriente molto popolare che ha subito un’ingiusta impennata dei prezzi. La Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi si è riunita per discutere sull’eventualità di un calo ponderale sul prezzo. Il Decreto della Trasparenza deve far luce sull’aumento in generale del costo di vendita di un bene primario delle cucine nostrane.
Se i prezzi non caleranno è previsto uno sciopero di 15 giorni indetto da Assoutenti come dichiarato dal presidente Furio Truzzi:
“Ci attendiamo a breve una discesa forte dei prezzi, se no ci penseranno i consumatori, lasciandola sugli scaffali. Seguiremo la legge della domanda dell’offerta e non compreremo pasta per 15 giorni . Vogliamo una rete di osservatori locali esattamente quali sono i territori e i prodotti più cari è un paniere di beni di prima necessità che non superi il tasso di inflazione programmata del 5,9%”.
Una “minaccia” che di certo si realizzerà se non ci saranno i frutti sperati.