Una bambina di un anno morta dopo essere stata dimenticata in un veicolo: appena due settimane fa, un caso analogo a Roma.
Appena 15 giorni fa, il 7 giugno scorso, a Roma una bambina di 14 mesi era stata dimenticata in auto dal suo papà, un carabiniere che avrebbe dovuto accompagnarla all’asilo, ed era morta. Una tragedia che aveva sconvolto l’opinione pubblica italiana, riaprendo il dibattito sulla cosiddetta “Forgotten baby syndrome“. Si tratta di casi che per fortuna sono rarissimi e infatti nel nostro Paese se ne contano 11 dal 1998 a oggi: si tratta di dimenticanze legate a molti fattori, che purtroppo sconvolgono per sempre le vite delle famiglie.
Questa tipologia di decessi di bambini di pochi mesi sono purtroppo diffusi in tutto il mondo, come testimoniano anche vicende davvero terribili di cui vi abbiamo dato notizia in passato. E purtroppo in queste ore arriva una nuova tragica notizia di una morte in auto di una bambina di pochi mesi. Stavolta è accaduto in Israele, dove i paramedici sono intervenuti per cercare senza alcun successo di rianimare la bambina, estratta dall’auto e portata in ambulanza al Galilee Medical Center di Nahariya.
La bambina, al momento dell’arrivo in ospedale, era in condizioni drammatiche, non respirava e non aveva polso. Ad affermarlo è stato il direttore del pronto soccorso pediatrico, il dottor Itamar Munchak, che ha subito preso in carica la bambina, cercando di salvarle la vita. I parametri erano però compromessi in maniera irreversibile e così l’equipe del pronto soccorso ha potuto soltanto constatarne il decesso. La piccola è stata così dichiarata morta dal dottor Munchak, il quale ha poi lanciato un appello.
Ha infatti ricordato l’importanza di non perdere mai di vista il proprio bambino o la propria bambina quando questi sono in automobile, soprattutto nei mesi estivi. In questi casi, infatti, la temperatura all’interno di un’autovettura può raggiungere i 70 gradi centigradi. Un’organizzazione che si occupa di tutela dei minori in Israele, la Beterem – Keeping Kids Safe, ha indicato come, tra il 2010 e il 2020, ci siano state nel Paese ben 34 vittime, sia neonati che bambini, di quella che nota appunto come “Forgotten baby syndrome”. Troppe piccole vite spezzate dopo essere state lasciate incustodite in auto parcheggiate e chiuse.