Celeste Fortunato, la giovane mamma di Taranto che aveva raccontato della sua battaglia contro il cancro, non ce l’ha fatta.
Sempre sorridente e mai disposta ad arrendersi: è stata una mamma coraggiosa la 45enne Celeste Fortunato, che si è spenta in queste ore dopo una battaglia portata avanti contro il cancro. Tra i simboli della città di Taranto, ferita dai veleni dell’inquinamento, la donna appena qualche mese fa aveva dato alle stampe un volume autobiografico, dal titolo eloquente: “All’alba della primavera. Storia di un’avventura oncologica”. La sua passione civile, data dall’amore per la sua città, inizia ben prima della scoperta del tumore, che le ha poi cambiato la vita.
Chi era Celeste Fortunato, simbolo della lotta di Taranto
Celeste Fortunato si era laureata in Scienze dell’Educazione presso l’Università di Bari, ormai nel lontano 2005 e quindi aveva poi approfondito i suoi studi con dei master. Si era interessata in primis di editoria libraria e redazione editoriale, quindi di psicopedagogia, in particolare per i soggetti con DSA. Negli anni, molteplici sono stati i suoi interessi, dalla scrittura alla recitazione e al canto, passando per l’artigianato. Questo le aveva dato la possibilità di formarsi in ambiti specifici.
Qualche anno fa, aveva anche posato per uno shooting all’interno di un progetto che riguardava la riscoperta di abiti e usi degli anni Trenta, un’epoca a lei familiare, grazie anche ai racconti di sua nonna. Nel 2016, aveva poi esordito nel mercato librario con il romanzo “L’angelo nato due volte”, che lei stessa aveva definito “un inno alla Donna intesa nel mistero della sua dualità”. Una vita piena di interessi la sua, che nemmeno la scoperta della malattia aveva contribuito a frenare: era il maggio 2021, quando le venne diagnosticata la leucemia.
Il cordoglio e il ricordo di Celeste Fortunato
Da quel momento in poi, il suo impegno e la sua passione civile la spingono a intraprendere un percorso diverso, che sfocia in testimonianze di quello che significa lottare contro la malattia e quindi nel libro autobiografico in cui non solo racconta la sua esperienza, ma testimonia anche l’amore per il futuro del suo territorio. “Celeste non era un’indifferente, ha sofferto sulla sua carne le pene inflitte alla nostra comunità e non si è mai lasciata scoraggiare dagli eventi contrari”, ricorda la pagina Facebook “Giustizia per Taranto”.
Proprio su Facebook, sono centinaia in poco tempo i messaggi di cordoglio e di affetto per questa mamma, che non aveva mai smesso di lottare. “Grazie per tutto il coraggio che ci hai messo”, è la sintesi di uno di questi messaggi. Altri sottolineano: “Ricordo la tua forza e il tuo sorriso, ma anche il dolore di non poter cambiare o fare abbastanza per la tua gente e il tuo quartiere”. La sua storia ricorda quella di una donna di 30 anni, che nonostante la battaglia contro il cancro ovarico, non aveva mai smesso di sperare. O quella ancora più recente di Nadia D’Amore, che ha perso la battaglia contro il cancro nei giorni scorsi.