Ieri è avvenuto l’ennesimo incidente tra un camion e un ciclista. Vittima, una ragazza di soli 28 anni, che è rimasta uccisa. Ecco chi era.
Non si ferma la carneficina di ciclisti a Milano: ieri una ragazza nemmeno 30enne è morta, schiacciata da un camion che le si era affiancato. Per la ciclista non c’è stato nulla da fare, e nonostante i soccorsi siano arrivati rapidamente, i paramedici non hanno potuto fare altro che confermarne l’avvenuto decesso. La donna pare che abbia cercato disperatamente di avvisare l’autista del mezzo pesante picchiando sulla fiancata, ma l’uomo non è riuscito a sentire e solo dopo molti metri si è fermato. Ora è ricoverato in stato di choc al Policlinico del capoluogo meneghino.
Si tratta del quinto incidente di questo tipo a Milano, dove dal prossimo 1° ottobre sarà obbligatorio per i mezzi pesanti circolare con i sensori del cosiddetto “angolo cieco” dello specchietto. Un provvedimento voluto dalla Giunta comunale dopo i decessi e gli incidenti dei mesi scorsi. Purtroppo, per la 28enne morta ieri, ciò non servirà più.
Purtroppo l’impatto e la vicinanza con il camion ieri, in Piazza Medaglie d’Oro a Milano, zona centralissima della metropoli, le è stata fatale. Francesca Quaglia, 28enne originaria di Medicina, in provincia di Bologna, dopo aver studiato a Venezia Lingue, letterature e linguistica scandinave, si era trasferita per un anno a Uppsala a Stoccolma, per perfezionare la sua preparazione.
A Milano lavorava come copywriter e traduttrice freelance e lavorava da tre anni con Mulieris, rivista indipendente. Sui suoi social si legge ancora: “Sono anche una copywriter e correttrice di bozze, l’efficacia del vostro brand passa anche dalle vostre scelte grammaticali, sintattiche e di ortografia, lasciatemele controllare”.
In Svezia aveva lavorato per la Camera di Commercio e come insegnante di italiano. Amava molto la cultura scandinava e spesso e volentieri girava il centro del capoluogo meneghino in sella alla sua amata e vecchia bici. Ieri, poi, il suo ultimo viaggio, inconsapevole di perdere la vita in modo tanto assurdo.