Un grave lutto ha colpito il mondo del cinema italiano: è morto Giuliano Montaldo, decano dei nostri registi, apprezzato dalla critica.
Alcune sue pellicole hanno fatto la storia del nostro cinema e in particolare di quello di impegno civile, che ha conosciuto una stagione davvero prolifica tra anni Sessanta e Settanta: si è spento oggi a Roma, all’età di 93 anni, il regista Giuliano Montaldo. Da settant’anni, era nel mondo del cinema: aveva infatti debuttato molto giovane, come attore con film come “Achtung! Banditi!” nel 1952 e “Cronache di poveri amanti” nel 1954. Entrambe le pellicole erano dirette da Carlo Lizzani, da cui Montaldo molto apprenderà del modo di fare cinema.
Il suo vero esordio dietro la macchina da presa risale al 1961, quando gira “Tiro al piccione”, pellicola di formazione sulle vicende legate alla Resistenza al nazifascismo e agli accadimenti italiani dopo l’8 settembre 1943. Dopo alcune pellicole che non ottennero il successo sperato, il regista seppe riscattarsi con una trilogia sul potere, argomento peraltro caro ad altri suoi colleghi in quel periodo. Realizza nell’ordine “Gott mit uns” (Dio è con noi) nel 1970, incentrato sul potere militare, seguito da “Sacco e Vanzetti”, uscito nel 1971 e forse il suo film più noto, che esplorò il potere giudiziario, e infine “Giordano Bruno” nel 1973, che affrontò il tema del potere religioso.
Torna a occuparsi di Resistenza a fine anni Settanta con un’altra pellicola molto apprezzata, che è “L’Agnese va a morire”, tratto dall’omonimo romanzo di Renata Viganò e interpretato dall’attrice svedese Ingrid Thulin. Nino Manfredi è invece il protagonista del film “Il giocattolo”, pellicola dopo la quale Giuliano Montaldo lascia per un po’ il cinema, dedicandosi alla fiction televisiva e in particolare allo sceneggiato su Marco Polo. Tra i suoi altri film più noti si includono “Gli occhiali d’oro” e “Il giorno prima”, fino a pellicole più recenti.
Nel 2008, in particolare, esce “I demoni di San Pietroburgo”, film biografico su Fedor Dostoevskij premiato per fotografica, scenografia e costumi ai David di Donatello e ai Nastri d’argento. Il suo ultimo film è datato 2011 ed è “L’industriale”, interpretato da Pierfrancesco Favino e vincitore del Globo d’Oro come miglior film. Sul grande schermo, la sua ultima apparizione è più recente: è infatti nel cast di “Tutto quello che vuoi”, di Francesco Bruni, film grazie al quale vince nel 2018 il David come miglior attore non protagonista. Sposato con Vera Pescarolo, la coppia ha avuto una sola figlia, Elisabetta, che è un’affermata costumista. La loro storia d’amore è raccontata nel documentario Vera & Giuliano di Fabrizio Corallo. Quella di Giuliano Montaldo è un’altra grave perdita per il cinema.